Elena Ovecina

“SPECIAL DREAMS”

PLAYLIST – Via Carlo Poma, 18 – MILANO (ingresso Via Archimede)

Inaugura Giovedì 19 settembre alle ore 18 la mostra personale Special Dreams di Elena Ovecina (Rostov-na-Donu, 1986), a cura di Giuditta Elettra Lavinia “GEL” Nidiaci, presso la sede milanese, denominata “Playlist”, della Galleria Giampaolo Abbondio.

Elena Ovecina è una fotografa russa naturalizzata italiana, attualmente milan based. Il lavoro di Ovecina si focalizza particolarmente sui temi di identità e gender fluid: i soggetti da lei ritratti sono figure maschili dall’aria efebica e sognante, malinconica, corpi colti in momenti di solitudine, avvolti da un’aria fortemente intimista.
L’esposizione si compone di un corpus di scatti, alcuni inediti, altri già noti dell’artista, che nel loro insieme intercettano e raccontano il tema del sonno come esperienza estetizzante per lo spettatore, ma al contrario non salvifica o curativa per i corpi dormienti e languidi: l’infantilismo emotivo dei soggetti (che rappresenta il mezzo con cui l’artista racconta se stessa), il mondo ovattato di questi scatti, non ha affatto un’accezione positiva; i corpi ritratti evitano le asperità proprie della vita quotidiana, sprofondano nel torpore di morbidi materassi e nell’incapacità di un confronto e raffronto con una realtà deludente.
Le composizioni scarne e i temi dell’incertezza, del dubbio esistenziale, della memoria, della nostalgia e della paura hanno da sempre guidato la produzione artistica di Ovecina.
Così la curatrice della mostra GEL Nidiaci scrive in merito al lavoro della fotografa nel testo critico posto a corredo dell’esposizione: “Negli scatti di Elena Ovecina non c’è propulsione né impulso, né pulsioni: i corpi, gli sguardi, perfino gli arredi, abitano una realtà scadente che è un’ amalgama a cui placidamente adattarsi, finanche rassegnarsi, un ossimorico scorrere immobile; persino qualche elemento dissonante rispetto alla sostanziale e predominante palette cromatica delle foto stenta ad emergere, come risucchiato, trascinato da quel torpore squisitamente inevitabile e certamente contemporaneo in senso stretto.
Persino la scelta formale di non ritrarre mai la figura per intero suggerisce concettualmente un’idea di sospensione, di stallo: l’unico ritmo rilevato è quello di un tempo dilatato, non scevro da affanni ma anzi angoscioso nel suo prolungato fluire debolmente”.
La mostra sarà visitabile dal 19 settembre, giorno dell’inaugurazione, fino al 16 novembre prossimo.

Ph. Michele Ranieri, Studio MR6